Storia di un deportato: Mario Limentani
Ringraziamo Moreno Asciutti e Paolo Raffaelli per averci permesso di pubblicare questo video.
Quest’incontro, promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale, dice M.Letizia Melina, Direttore dell’USP, cerca di sensibilizzare le scuole non solo sulla tematica della Shoah, ma anche sui genocidi che sono in atto, sulle violenze che insanguinano la nostra contemporaneità nell’indifferenza quasi generalizzata. Le testimonianze, le parole sentite in quest’incontro costituiscono per noi un’occasione concreta per capire che quel passato
di crudeltà, quel passato di inciviltà putroppo non è tramontato nell’animo dell’uomo ma tende a riproporsi nella nostra società. La memoria di quegli eventi è importante che divenga patrimonio consapevole di tutti noi affinchè ci sentiamo sollecitati nella difesa di quelli che sono i valori positivi dell’accoglienza della tolleranza e del rispetto reciproco.
Accolto dagli applausi dei presenti, il sig. Mario Limentani, testimone della Shoah, introdotto dalla presentazione del Prof. Pippo di Vita, ha raccontanto con commozione quei i momenti tragici, dolorosi, drammatici che hanno segnato la sua giovinezza, ricorda la ferocia di coloro che “non avevano pietà di nessuno, neanche dei bambini, che, anzi, erano i primi ad essere uccisi”, poi si interrompe e dice: “se dovessi raccontare tutto ciò che ho visto, tutto ciò che ho passato farebbe troppo male a me stesso ci sono cose che non posso e non voglio dire”.
«Non provate odio gli uni verso gli altri, perché l’odio è una brutta bestia che ha già generato troppo dolore». Così conclude Mario Limentani salutando gli studenti del Casagrande-Cesi, del Liceo scientifico Donatelli, e del Liceo Psicopedagogico “Angeloni che hanno assistito al racconto delle terribili esperienze vissute ai tempi della sua deportazione.
by Prof.ssa Rita Lo Iacono